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PAURA E FOBIA

  • Immagine del redattore: alessia Innamorato
    alessia Innamorato
  • 11 gen 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Spesso capita di affrontare in psicoterapia delle problematiche legate all’ansia, la persona che sperimenta uno stato di forte paura o ansia si pone delle domande che tendono a peggiorare tale stato del tipo “chi mi potrà aiutare?” oppure “e se mi succedesse tra la gente o alla guida?”, da cui derivano comportamenti di evitamento o di fuga dalle situazioni ritenute ansiogene.



Molto spesso si tende a porre troppa attenzione ad attivazioni fisiologiche quali battito cardiaco, senso di vuoto o svenimento, tremori ecc, che peggiorano proprio per questo auto-controllo.

I comportamenti di evitamento innescano un circolo vizioso che alimenta tali disturbi e potrebbero rendere difficoltosa la normale routine quotidiana.

Possiamo fare l’esempio di una persona che per paura di sentirsi male alla guida inizia a prendere sempre meno l’auto fino a diventare dipendenti da altri, oppure per chi ha paura di perdere il controllo inizia ad isolarsi o chi ha paura dell’aereo e si limita negli spostamenti, chi soffre di claustrofobia ed evita luoghi specifici, chi ha fissazioni ipocondriache e pone attenzione a qualsiasi segnale che il corpo manda e molti altri esempi.

Spesso, in terapia, si scopre che il problema viene mantenuto proprio dalle tentate soluzioni fino a quel momento e possono essere: evitare alcuni luoghi e situazioni ritenuti ansiogeni, ricorrere ad aiuti esterni (marito, compagna, genitori) che in un primo momento hanno la funzione di tranquillizzare ma che innescano la convinzione del “ti aiuto perché sei malato e non riesci a fare delle cose senza di me” da qui deriva il paradosso del chiedere aiuto.

La Terapia Breve Strategica, oltre ad evidenziare i meccanismi mentali che alimentano il problema e portarli a livello cosciente del paziente, utilizza efficaci strategie di rottura del circolo vizioso, generando un cambiamento immediato nella esperienza concreta del soggetto che poi si trasformerà in cambiamento profondo e radicale utile alla guarigione. Lo scopo è quello di dare al paziente la possibilità di sperimentare modalità alternative per affrontare il problema, ristrutturando la sua percezione del mondo, generando cambiamenti cognitivi e relazionali e mettendo in discussione una distorta lettura delle informazioni provenienti dal mondo che ci circonda.

 
 
 

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